Asmina, la promessa sposa venuta da lontano

“Il mio viaggio è stato lungo e faticoso, provengo dagli altipiani abitati dagli Uberi, e per arrivare qui ho dovuto risalire le alte Alpi e poi ridiscendere nella vallata che chiamano Oscela. Non ero sola, c’erano con me i miei genitori, e altre persone della mia tribù… Siamo arrivati infine in un bel luogo, su una collina vicina ad un grande lago. Le genti che già vivevano qui ci hanno accolti, come amici e fratelli. Per suggellare l’amicizia con chi ci ha accolto, i miei genitori mi hanno promessa in sposa ad un giovane e valoroso guerriero, presto saranno celebrate le nozze. La nostra unione significherà anche l’unione dei nostri popoli! Per questo, quando verrà celebrato il rito, io non potrò rinunciare ad indossare il mio costume tradizionale, che è differente da quello delle donne locali: io porto una cintura a catena in ferro che stringe in vita la tunica, cavigliere in bronzo e bracciali, sempre in bronzo, decorati da cerchielli ed altri motivi impressi e infine indosserò le mie fibule, con una terminazione sagomata a testa elmata, a rappresentare la forza guerriera, e incrostazioni di corallo, rosso come il sangue e il coraggio. Anche i miei monili dunque parleranno della fierezza, mia e del mio popolo: è questa la dote che porto in dono al mio sposo”.

 

1. Asmina, la fanciulla della terra degli Uberi (Vallese, Svizzera)

 

2. Corredo femminile con elementi dell’ornamento provenienti da oltralpe: cintura ad anelli in ferro; cavigliere ad ovoli in bronzo, due bracciali in bronzo detti “vallesani” (tipici dei territori del Vallese nella seconda età del Ferro), una fibula del tipo detto “Helmkopfibel” (fibula a testa elmata) per la terminazione delle staffa foggiata come una piccola testa con elmo. Originariamente nel castone della staffa e nella cavità dell’arco di questa fibula erano presenti inserti in corallo.

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